L’artista Genovese Emilio Scanavino, inizia a frequentare la città di Milano nel 1951. Qui infatti in una mansarda di Foro Bonaparte allestirà il suo primo studio, dopo essere stato per qualche tempo a Londra in occasione di una mostra a lui dedicata.
Ma è dal 1958 che vi si stabilirà in maniera fissa almeno fino al 1962 anno del trasferimento a Calice Ligure, qui creerà una sorta di comunità di artisti. Milano però non verrà abbandonata.
Ma tornando agli intensi anni Milanesi, Scanavino sarà appoggiato dal famoso gallerista Carlo Cardazzo, direttore della Galleria il Naviglio.
Questo accade perchè Nel 1953 gravita intorno al gruppo milanese degli Spazialisti, che ha come punto di riferimento la Galleria del Naviglio, senza mai aderire ufficialmente agli intenti del movimento.
Di lui scrivono:
L’artista si avvicina alla poetica spaziale, interpretandola come ricerca di contenuti emblematici, di moventi intimi, conflitti sentimentali: nascono composizioni fitte di grovigli, simbolo dell’angoscia esistenziale dell’uomo, che si stendono su fondi compatti con minuziosa precisione, ben lontane da ogni sorta di automatismo. E’ indubbia, in questa e nelle opere successive, la sua inclinazione verso la razionalità delle strutture, la ricerca di un ordine mentale, di un controllo del gesto, a cui si contrappone una realtà psichica, dominata dall’ansia e dall’ossessione della morte, simboleggiata da scheletri e carcasse.