L’artista Maria Turner vive e lavora a Milano. A partire dall’inizio del suo percorso è sempre stata interessata a cogliere ogni più piccolo componente dell’universale, attraverso un’indagine accuratissima, quasi di tipo sociologico. Forse, proprio questo suo incessante desiderio di scoperta l’ha portata a scegliere, nel tempo, diversi mezzi espressivi. Maria Turner, infatti, non è soltanto pittrice,ma anche performer e fotografa. Ad ispirarla è la più semplice vita quotidiana, ad esempio una persona incontrata per strada, il che la porta a lavorare anche sugli spazi con i quali questi soggetti interagiscono. Ad ispirarle sono artisti come Aby Warbun, con il suo Mnemosyne Atlas, o Sophie Calle. Il legame con quest’ultima artista è poi particolarmente forte, in quanto Maria Turner, che in realtà si chiama Sara Di Calogero, ha scelto il suo nome d’arte in riferimento al romanzo Leviatano (2003) di Paul Auster, il quale ha utilizzato questa sorta di pseudonimo per definire la Calle. Questi frammenti di realtà diventano, nelle sue opere, soggetti attivi, parte di una totalità che accomuna, in qualche modo, ogni osservatore, restituendo dignità anche all’azione del guardare, in quanto il suo sguardo costituisce un puro atto conoscitivo. L’artista cerca tutto ciò che possa rivelare tracce dell’io e, attraverso una chiara linea intimista, il suo scopo si rivela essere l’indagine della società, cercata attraverso tutto ciò che fa parte dell’uomo.
“Osservando in chiave sociologica ricostruisco l’assenza di qualcosa partendo da frammenti minimi. Il mio intento è di creare un archivio testimone del tempo, una archeologia del presente.” Maria Turner.
Nel numero di ottobre della rivista ” Automobilismo d’Epoca”, un articolo interamente dedicato all’opera dell’artista Maria Turner.