Andy Warhol by Christopher Makos: “Altered Images”.
“Nel caso delle fotografie di “Altered Images”, non le vedo più come foto “drag”, anche se non penso di averlo mai fatto. Non sono foto “drag”. Sono una sorta di spettacolo che parla di identità, di cambiare identità; non proprio drag, non proprio Andy in drag, e neppure più solo Andy Warhol, ma la testimonianza di una collaborazione tra noi due: chi posa e chi scatta la foto. Tutto qui”. C.M.
Alla fine degli anni 70, Christopher Makos pubblicò un libro di fotografia che ebbe enorme successo: “White Trash”. Il libro alternava foto dei personaggi più in voga del momento, come Liza Minnelli, Tennessee Williams, Paul Getty, John Lennon, Halston, Debbie Harry (Blondie), a immagini derivate dall’emergente scena punk Newyorkese. White trash catturò l’attenzioni di Andy Warhol che ne acquistò 1000 copie. Da qui l’inizio di una collaborazione e, soprattutto, di una duratura amicizia tra i due.
Makos infatti descrive il suo rapporto con Warhol come una vera amicizia, basata su idee affini, sullo stesso modo di vedere e interpretare la vita, ma anche su un continuo confronto e scambio di idee. Warhol ha definito Makos come “il più moderno fotografo americano”, e Makos ha insegnato ad Andy Warhol come usare la macchina fotografica.
All’inizio degli anni 80 l’idea e la volontà di collaborare su un progetto. Warhol aveva già collaborato con altri artisti per quanto riguardava l’ambito della pittura, ad esempio Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Il loro invece voleva essere un progetto di fotografia, qualcosa di nuovo che non imitasse niente che fosse già stato realizzato da Andy Warhol. Infatti, grazie alla pop art, Andy Warhol era già considerato un artista di fama mondiale, rinomato nella scena artistica americana e Newyorkese e all’inizio di varie collaborazioni anche in Europa. Da qui la volontà di creare un progetto completamente nuovo.
In quegli anni, la fotografia era per entrambi all’ordine del giorno, Makos come fotografo emergente, Andy Warhol come artista già famoso che però continuava a realizzare ritratti fotografici per le famiglie e le mogli di ricchi industriali – quelle che definiva come “i ritratti per pagare l’affitto”. Inoltre, Warhol in quel periodo aspirava a diventare anche un modello. Tutto questo li condusse ad iniziare ad immaginare una collaborazione come fotografo e modello.
L’idea definitiva però è da ricollegare ad un’altra loro passione comune, i surrealisti, specialmente Duchamp e Man Ray. E l’opera presa come spunto di partenza fu proprio la fotografia scattata da Man Ray nel 1921 “Rrose Selavy”, l’alter ego femminile di Duchamp.
“Altered Images” è un portfolio che raggruppa 10 fotografie di Andy Warhol truccato e con parrucche da donna. Tuttavia, siccome l’intenzione non era quella di realizzare foto drag, decisero di mantenere l’outfit che Andy Warhol era solito portare in quel periodo: jeans, camicia, cravatta e stivali da cowboy. Una scelta, nella loro opinione, che avrebbe diminuito anche l’effetto caricaturale dell’immagine. Lo scopo del progetto “Altered Images” infatti è quello di investigare l’identità umana, la sua fluidità, e mostrare come un po’ di trucco o una parrucca possano cambiare una persona, sia nella sua apparenza esteriore agli occhi di chi guarda, sia internamente, mutando la personalità di chi indossa la maschera.
Non si trattava dunque di immagini drag, ma di far emergere le varie identità potenzialmente presenti in una persona. Andy Warhol era una persona schiva, Makos ricorda che raramente qualcuno riusciva a guardarlo direttamente negli occhi. In queste immagini invece guarda fisso l’obiettivo, con espressioni che cambiano impercettibilmente tra uno scatto e l’altro. Da una parte il personaggio che cercava di interpretare, quello delle ricche donne che era solito fotografare; dall’altra tutta la sua vulnerabilità. Warhol era l’artista ossessionato dalle immagini, dall’apparenza superficiale delle cose, che usava il ritratto per cercare di mostrare ciò che vedeva. Basti pensare a come per Andy Warhol Marilyn e le zuppe Campbell, ma anche la sedia elettrica o Liz Taylor fossero utilizzati come mezzo di studio sociologico: non ritratti o immagini fini a se stesse, ma riflesso della società che rappresentavano. Qui si vede invece “L’uomo allo specchio”, un lato di Warhol che “raramente era visibile, ma che io ricordo bene” (C.M.)
Partendo dalla fotografia storica di Man Ray e Duchamp, Makos e Warhol hanno voluto rendere attuale il loro lavoro, parlando della cultura agli inizi degli anni 80, quando il “cross-dress” stava diventando di moda, quando l’ambiguità sessuale, il cambiamento e la fluidità di genere e uno stile di vita anticonformista stavano iniziando ad emergere con tutta la loro forza. Ma la verità è che, considerando lo stato e le evoluzioni culturali odierne, queste “personalità sbagliate” continuano a parlare anche allo spettatore contemporaneo.