Antonio Bueno
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Biografia di Antonio Bueno
Antonio Bueno nasce a Berlino nel 1918 da una famiglia di origini spagnole.
Suo padre era uno scrittore che durante il regime franchista era stato costretto ad abbandonare il suo paese per ragioni politiche, mentre la madre era di origine ebree.
L’infanzia e l’adolescenza di Bueno è caratterizzata da continui trasferimenti che lo porteranno in Svizzera, in Francia e in Inghilterra.
Fin dai primi anni manifesta un attaccamento al fratello Xavier, a cui è legato a livello personale ma anche a livello artistico.
Sarà fondamentale questo sodalizio per tutta la sua carriera che lo farà crescere anche come artista.
Antonio Bueno si stabilisce per qualche tempo a Parigi per poi trasferirsi, nel 1940, in Italia, dove rimarrà affascinato da Firenze.
Il capoluogo toscano doveva essere solo una tappa di un tour italiano, ma Bueno rimarrà talmente affascinato che diventerà la sua nuova casa.
A partire dal 1949 riesce a definire una cifra stilistica più personale.
In questi anni la vita di Antonio Bueno è caratterizzata dalle esperienze più varie: nel 1950 lavora nella rivista astratta “Numero”, esperienza che si protrarrà fino al 1955.
La sua attività artistica raggiunse la massima intensità durante gli anni sessanta, quando diviene il coordinatore dell’avanguardia fiorentina.
Questi anni sono anche anni di pensieri e preoccupazioni per l’artista Bueno e la sua famiglia, e la sua arte difficilmente riesce a trovare una collocazione nel mercato.
Nell’ultimo decennio della sua vita la partecipazione a mostre collettive, rassegne artistiche ed eventi mondani si fanno molto rari.
Il suo umore cambia radicalmente a causa di due fattori: il trasferimento in una nuova casa isolata e lontana da Firenze e il peggioramento delle sue condizioni di salute.
L’ultimo grande impegno che Antonio Bueno affronta è la preparazione delle opere per la Biennale di Venezia del 1984, anche se appare provato dalla malattia e indebolito fisicamente.
Il 26 settembre dello stesso anno Antonio Bueno muore, pochi mesi dopo l’inaugurazione della Biennale.