Giorgio De Chirico
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Biografia di Giorgio De Chirico
Giorgio de Chirico nasce a Volos, in Grecia, nel 1888 da una famiglia di origini italiane. La famiglia de Chirico vanta anche la presenza di un altro noto artista, ovvero Andrea Alberto, il quale seguirà le orme del fratello maggiore con lo pseudonimo di Alberto Savinio.
Il Giovane Giorgio frequenta il Politecnico di Atene, dove intraprende lo studio della pittura che proseguirà presso le Accademie di Belle Arti di Firenze e Monaco di Baviera.
I primi anni del Novecento li trascorre in Italia, per poi raggiungere il fratello a Parigi, dove perfezionerà il suo stile sotto l’influenza dei principali artisti dell’epoca. A poco a poco comincia a farsi conoscere, promuovendo le proprie opere, anche se dovrà attendere l’adeguato successo economico. Gli anni parigini sono fondamentali per l’elaborazione di alcune delle sue opere cardine per in ventesimo secolo.
Tra il 1909 ed 1919 le opere dell’artista sono completamente coinvolte dall’innovazione metafisica, immagini nitide ed evocative, inserite tra le architetture classiche apparentemente senza un senso. Gli oggetti presentati in maniera totalmente incongrua rispetto al contesto, sono studiati con assoluta minuzia, in linea con l’interesse dell’artista nei confronti delle opere dei grandi maestri rinascimentali.
Allo scoccare della prima guerra mondiale entrambi i fratelli de Chirico, arruolatisi volontari, vengono mandati a Ferrara. È proprio in questo nuovo contesto che la pittura di Giorgio de Chirico subisce un rinnovamento. Mentre si trova presso l’ospedale di Ferrara, infatti, conosce il pittore Carlo Carrà, con il qule comincia un percorso che lo porta a perfezionare i canoni della pittura metafisica. Le opere realizzate fra il 1915 ed il 1925 sono caratterizzate dalla presenza ricorrente di architetture essenziali, dalle prospettive irreali e dall’assenza di figure umane.
La carriera di pittore si sviluppa parallelamente a quella di scrittore. Infatti, de Chirico collabora con la rivista “Valori plastici”, attraverso la quale instaura un contatto con il surrealismo. Inoltre, è stato autore di scritti teorici, memorie autobiografiche, racconti e dell’opera letteraria L’Hebdomeros (Ebdomero).
La pittura degli anni Cinquanta è segnata dagli autoritratti in costume e dalle vedute veneziane.
L’artista si spegne a Roma nel 1978, a seguito di una lunga malattia. Le sue opere si trovano oggi nei principali musei d’arte contemporanea, soprattutto italiani, e nelle maggiori collezioni. La datazione e l’attribuzione di alcune delle sue opere del secondo dopoguerra risulta però molto ardua, in quanto l’artista stesso, in quegli anni, si dedicò alla riproduzione dei suoi capolavori del periodo metafisico.